martedì 17 ottobre 2017

ERACLITO

Eraclito (tra il 550 a.C e 480 a.C), vissuto nella città di Efeso tra  il IV e il V secolo a.C viene presentato dalla tradizione come discendente di  stirpe reale, aristocratico e altezzoso. Della sua unica opera, intitolata "Intorno Alla Natura" ci restano solo frammenti: aforismi brevi ed enigmatici che gli valsero l'appellativo di "oscuro".

"L'universo è in continuo divenire":   ⇒     ⇒     ⇒
                    ⇓                                                            ⇓
uomo muta continuamente                    natura alternanza tra elementi
identità                                                   contrari

Per Eraclito è il fuoco l'elemento mutevole e distruttore per eccellenza. Da questo hanno origine l'acqua e la terra.


La sua riflessione si può sintetizzare in due nuclei tematici:

-il flusso universale→ tutto muta incessantemente compreso l'uomo, impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume perchè la nostra identità personale "io" è qualcosa di sempre cangiante.

-il lògos (la ragione) e la legge dei contrari→dietro la trasformazione delle cose si nasconde un ordine razionale che è visibile solo ai filosofi. Gli elementi come il bene e il male, l'amore e l'odio, il giorno e la notte si alternano continuamente in uno scontro perpetuo, al tempo stesso si presentano come inscindibili e complementari.→ tale inscindibilità e interdipendenza dei contrari è la legge fondamentale dell'universo e per sottolineare l'intrinseca razionalità egli la indica con il termine logòs.

IL  NUMERO  COME  PRINCIPIO  COSTITUTIVO DELLA REALTA'

I Pitagorici arrivano a considerare il numero come il vero e proprio principio generatore/archè di tutte le cose.
 Per i Greci il numero aveva caratteristiche fisiche e geometriche. I pitagorici rappresentavano l'unità con un punto dotato di espansione spaziale, identificando aritmetica e geometria. Il matematico pitagorico Filolao, mostrò come all'unità-punto si possano generare gli altri numeri e tutti i corpi fisici. 

Se il numero è la sostanza delle cose, per capire i rapporti tra di esse dobbiamo fare riferimento ai rapporti tra i numeri: poiché si dividono in pari e dispari e anche le cose hanno una natura duplice e opposta. 
-Da un lato vi è il dispari, che è un'entità limitata , simbolo della perfezione , del bene, della forma, della proporzione.
-Dall'altro lato vi è il pari, che è un'entità illimitata, simbolo di imperfezione, disordine, caos.


 Il 10 è il numero perfetto: raffigurato come un triangolo che ha come lati il 4, esso contiene sia il pari sia il dispari. Su di esso (sacra figura tetracty's)  i pitagorici erano soliti prestare il loro giuramento  di fedeltà all'associazione. 

martedì 3 ottobre 2017

LA DOTTRINA DEL NUMERO

La vita dell'uomo saggio o "filosofo" si caratterizza per l'ordine e la misura con cui sa tenere a freno gli istinti del corpo.
Quest'ordine, che il filosofo deve apprendere ed eleggere a regola di vita, pervade tutto l'universo o "cosmo".

I pitagorici affermano che la vera sostanza delle cose non risiede nell'acqua, nell'aria o in qualsiasi altro elemento come sostenevano i filosofi precedenti, ma nel numero.
E' grazie ad esso che noi possiamo cogliere la realtà profonda del cosmo, fatta di proporzione quantitativa tra gli elementi.



IL  DESTINO  DELL'ANIMA  E  LA RICERCA  DELLA  PURIFICAZIONE

Pitagora era mosso dal desiderio di tracciare una via di purificazione per l'anima, concepita come un principio divino e immortale imprigionato nel corpo per una colpa originaria.

Si tratta di una dottrina ripresa dall'orfismo, un movimento religioso sorto verso il VI sec. a.C. e molto diffuso in Grecia (si ispirava al poeta Orfeo).
Gli orfici ritenevano che, dopo la morte, l' anima fosse destinata a reincarnarsi fino all'espiazione delle proprie colpe. Era però possibile interrompere il lungo ciclo delle rinascite successive in corpi sempre diversi attraverso pratiche o riti di purificazione.
La ricerca di Pitagora si concentra nello studio dei mezzi per ottenere la liberazione dell'anima dalla via materiale: tali strumenti sono da lui individuati come in una prassi di vita ascetica (implica l'obbedienza a precetti severi), ma soprattutto nell'esercizio della filosofia.
Quest'ultima attraverso la ricerca e la conoscenza, conduce alla contemplazione dell'ordine consentendo all'uomo di riprodurne la proporzione e la misura anche nella propria vita.







I PITAGORICI: Pitagora e la fondazione della scuola di Crotone

Nella bella e ricca città di Crotone venne a stabilirsi Pitagora e vi fondò una nuova scuola filosofica, la "Fratellanza Pitagorica", un'associazione politico-religiosa di carattere aristocratico, diversa dalla scuola di Mileto, per la sua atmosfera quasi sacrale.

Pitagora era venerato dai suoi seguaci come una divinità e la sua figura era avvolta da un alone di mistero.

Molti caratteri della scuola pitagorica fanno pensare ad essa come una setta religiosa, nella quale venivano seguite "regole ascetiche".
I discepoli erano divisi in:

- acusmatici cioè "ascoltatori" → imposto il silenzio e rigida disciplina di comportamento

- matematici → potevano fare domande, esprimersi e gli venivano rivelate le dottrine più importanti

Le dottrine fondamentali dei pitagorici riguardano due argomenti:

la dottrina dell'anima

la dottrine del numero

ARISTOTELE Aristotele è uno dei massimi pensatori di tutti tempi, con Socrate e Platone. Egli nacque da una famiglia di medici, si for...